BELLE DA DENTRO | Epigenetica come coadiuvare una bellezza salutare partendo dall’alimentazione

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a cura di Sabrina Mattiroli

Il mondo della bellezza e del benessere in generale è in continua evoluzione: si parla sempre più spesso di patrimonio genetico, di epigenetica e di come influenzare il nostro DNA con lo scopo di vivere più a lungo, in salute e belli. Ogni settore della ricerca, in campo medicale o meno, mette in gioco i migliori preparati per soddisfare le esigenze di ogni individuo, ma a volte dimentichiamo che questo è possibile solo se comprendiamo bene come reagisce il corpo, fatto di struttura e biochimica, e la psiche ai cambiamenti che incontriamo quotidianamente sul nostro cammino.

L’epigenetica

Iniziamo con il chiarire il concetto di epigenetica: è una branca della biologia che studia i cambiamenti che influenzano l’espressione dei geni. La sequenza dei geni contenuti nel DNA non è totalmente espressa nel nostro corpo, grazie a quella che è chiamata “regolazione” del DNA che consente la plasticità e adattabilità.

L’epigenetica studia le modificazioni ereditabili che consentono la variazione dell’espressione dei geni senza che sia alterata la sequenza del DNA.

Il concetto è interessante se si pensa che l’attivazione o l’inattivazione di alcuni geni nel DNA può influenzare l’insorgenza o meno di malattie e che a determinare questa attivazione possono concorrere diversi fattori come il cibo, l’inquinamento, lo stress e la psiche.

Quindi nutrizione, integrazione alimentare, attività fisica, equilibrio emozionale e bellezza sono ancora una volta gli elementi che abbiamo a disposizione per costruire il nostro futuro. Il dubbio che coglie molte persone a questo punto è se una vita di sregolatezze ha messo definitivamente a repentaglio la salute del proprio corpo… no!

I cambiamenti indotti dall’epigenetica sono reversibili: cambiando abitudini e stile di vita si può indurre un cambiamento di rotta (ovviamente sia in un senso che nell’altro)!

L’alimentazione e l’uso del cibo come terapia ha un’azione potentissima dal punto di vista dell’epigenetica, infatti è ormai di dominio pubblico che gli squilibri alimentari sono alla base dell’insorgenza di malattie croniche come il diabete, l’obesità, le malattie cardiovascolari e il tumore.

Il cibo, oltre ad agire direttamente sulla biochimica corporea, ha influenza anche sul microbiota intestinale e non solo.

Negli ultimi anni l’attenzione del mondo medico si è spostata fortemente verso lo studio del microbiota umano rivelando che i batteri che popolano il nostro corpo hanno una fortissima varietà di DNA che stimolano la nostra capacità di adattamento all’ambiente.

A questo punto è chiaro che nutrire adeguatamente i “nostri batteri” rappresenta il primo step per un corpo in salute e l’introduzione di fibre provenienti da frutta, verdura, legumi e cereali è fondamentale.

Il microbiota intestinale

Il microbiota intestinale è considerato un vero e proprio organo, perché costituito da circa centomila miliardi di batteri che possono condizionare la nostra salute, inoltre è tipico di ogni individuo, è personale ed è condizionato dallo stile di vita, dalla dieta ma anche dal comportamento della propria mamma durante il periodo di gravidanza e dal tipo di parto (ad esempio se cesareo o naturale) e allattamento.

I nostri batteri si nutrono di ciò che ingeriamo, lo trasformano e lo rendono disponibile sottoforma di nuove molecole, che influenzano il nostro stato di salute. Per curiosità vi cito alcuni ceppi batterici che fanno parte del microbiota umano…

  • Bacterioides: intervengono nella fermentazione degli zuccheri e nel metabolismo delle proteine.
  • Firmicutes: migliorano l’assimilazione degli zuccheri e dei grassi animali e sembrano essere coinvolti nello  sviluppo dell’obesità.
  • Ruminococcus: migliorano la digestione e la rielaborazione dei carboidrati complessi.
  • Prevotella: maggiormente presenti in diete ricche di fibre come quelle vegetariane e vegane.
  • Proteobacteroides: sono indicatori dell’infiammazione intestinale.

 

Il modo migliore per nutrire il microbiota è la dieta equilibrata: cibo crudo, liquido e caldo in giuste proporzioni; ridurre le farine raffinate e i cibi che le contengono a favore di cereali come farro, orzo, segale; assumere legumi, preferibilmente sotto forma di passati (migliora la digeribilità); utilizzare verdura cruda (meglio all’inizio del pasto se si intende perdere peso, poiché aumenta lo stato di sazietà); favorire il consumo di pesce, almeno due/tre volte a settimana; durante la giornata sarebbe ideale assumere centrifugati di verdura e frutta di stagione; evitare le bibite.

Per ricevere consulenze o maggiori informazioni potete scrivere a Sabrina Mattiroli 

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