GLI ENTI FORMATIVI PROFESSIONALI: POTENZIALITÀ E DIFFICOLTÀ | Gigliola Pantani, direttrice di Lykeion – alta formazione, partner school Lne Italia, ci racconta queste preziose realtà formative

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Nel mondo del lavoro, oggi più che mai, serve avere una preparazione concorrenziale e specifica. Anche nel settore dell’estetica professionale, gli enti di formazione garantiscono tutto ciò ai propri allievi, nonostante le mille difficoltà che si trovano a dovere affrontare.

Vivai di risorse e preparazione

In Italia gli enti di formazione professionale hanno il compito di fornire risorse alle aziende, rendendole così competitive a livello nazionale ed europeo, a partire dal formare i futuri dipendenti: dai capi reparto ai collaboratori, dai dirigenti ai liberi professionisti, fino agli operai.

Questi enti possono poi favorire l’approvvigionamento parziale di strumenti e utensili innovativi necessari alle aziende, tramite finanziamenti erogati dalle regioni, fruibili mediante istanze presentate in correlazione a bandi periodici.

Un’altra competenza dell’ente formativo è quella di garantire una preparazione competitiva e allineata ai parametri europei, come previsto dalla tabella EQF che dal 2012, in funzione della comunità europea e della moneta unita, ha reso necessario un inquadramento unificato delle qualificazioni (EQF), portando l’obbligo scolastico in Italia dalla terza media al biennio superiore.

I soggetti occupati o disoccupati che, per diversi motivi, non sono riusciti a completare il percorso di studi hanno la necessità che sia loro garantita una preparazione ottimale per favorire la giusta collocazione nel mondo del lavoro, tramite la qualifica professionale, erogata presso le proprie sedi o altri siti accreditati con corsi finanziati o autofinanziati, riconosciuti dalle regioni.

Le problematiche che si incontrano

Nella maggior parte dei casi, gli studenti dei centri di formazione professionale sono giovani (e/o meno giovani) che non sono nelle condizioni di proseguire o frequentare gli studi fino al raggiungimento del diploma di maturità.

Le motivazioni possono essere molteplici, le più frequenti riguardano soggetti con bisogni speciali non riscontrati, quali: autismo lieve, difficoltà nell’apprendimento, dislessia, discalculia, disgrafia, disturbo di attenzione, oppositivo, dell’umore, d’ansia, dell’alimentazione, situazione di svantaggio socioculturale, stranieri che non hanno ancora acquisito una sufficiente proprietà di linguaggio e, per ultimo ma non per questo meno significativo, la poca voglia di impegnarsi in un percorso superiore di studi.

Questi sono solo alcune problematiche che mettono in discussione l’adempimento del compimento di obbligo e dovere scolastico.

Gli enti di formazione, a differenza dei plessi scolastici statali e comunali, non sono inoltre provvisti di supporti come ad esempio gli insegnanti di sostegno che favoriscono l’apprendimento del discente in difficoltà, agevolando lo svolgimento del programma in maniera equa per tutti gli allievi del corso.

Gli enti invece possono affidarsi ai tutor che hanno la funzione di monitorare il corretto svolgimento di un percorso formativo tenendo presente le necessità dei discenti e il buon esito dell’intero corso.

Queste figure però, nella maggior parte dei casi, non possiedono la preparazione necessaria a gestire problematiche dell’apprendimento dovute a bisogni speciali, in quanto agiscono direttamente a supporto dei soggetti che apprendono, sia in ambito formativo sia lavorativo, interagendo attivamente con le figure di riferimento, quali: orientatori, formatori, valutatori e referenti aziendali.

Spesso anche i docenti selezionati in funzione del corso attivato, normalmente composto da professionisti abilitati e accreditati alla docenza dalla Regione e professionisti esperti per esperienza del settore specifico, non possiedono tali competenze.

Viste le difficoltà sopra elencate, gli aderenti ai corsi professionali normalmente non aspirano a frequentare facoltà o corsi triennali universitari e master, in quanto viene a mancare la struttura di base, spesso il metodo di studio e la voglia per sostenere gli approfondimenti previsti dagli atenei.

L’alternativa consiste nella ricerca di corsi per la formazione professionale che ogni ente mette a disposizione in varie categorie occupazionali quali: parrucchieri, estetiste, OSS, designer, stilisti di moda, ecc.

La formazione delle estetiste

Alcune categorie professionali sono più regolamentate di altre. Ad esempio, grazie alla Legge 1/90 le estetiste si sono garantite un’identità propria, in quanto prima della suddetta legge la qualifica era integrata a quella di parrucchieri e barbieri, come ancora si trova riportato nel contratto nazionale del lavoro che riguarda l’artigianato.

La Legge 1/90, approvata dalla Camera dei Deputati e dal Senato della Repubblica, è nazionale ma ogni regione d’Italia trova comunque la spazio per piccole personalizzazioni.

Ad esempio, in alcune regioni è possibile erogare formazione in un settore come quello dell’estetica presso scuole non accreditate con corsi non riconosciuti o che vantano riconoscimenti poco chiari.

A tal proposito, mi sento sempre di consigliare a chi vuole avvicinarsi a percorsi di qualifica e di specializzazione di consultare il sito della regione di riferimento, dove potranno visionare gli enti di formazione accreditati con corsi riconosciuti.

Cosa dire poi di quelle aziende che erogano corsi professionali a basso costo o addirittura gratuitamente, nascondendo il solo intento di vendere kit dedicati, prodotti o macchinari e creando così figure ibride senza nessuno sbocco professionale? In tutta onestà, prima di avventurarsi in corsi costosissimi in decorazione unghie, dermopigmentazione, massaggio o altro, si deve sapere che, in funzione della Legge 1/90, non si potrà essere assunti in alcun centro se prima non si ha acquisito la qualifica biennale di estetista.

Purtroppo le figure professionali di dermopigmentista, make-up artist e onicotecnica non sono riconosciute a livello nazionale, servirebbe infatti un aggiornamento della legge per riconoscerle singolarmente.

Queste categorie professionali hanno valore solo nelle regioni che erogano i relativi corsi, che già fanno parte delle competenze acquisite e regolamentate dal percorso di qualifica biennale, senza il quale è impossibile praticarle legalmente.

Ben diversi sono invece i corsi di formazione continua per estetiste che già possiedono la qualifica, che molti enti (tra cui il nostro) organizzano periodicamente.

Per maggiori info www.lykeion.it/

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