La bellezza consapevole

Bellezza

a cura di Brigida Stomaci 

A Milano, lo scorso gennaio, Atar22 ha organizzato un evento dal titolo evocativo: la bellezza consapevole”. Un’occasione dedicata alla cultura della bellezza e del benessere, che si è concretizzata in un progetto culturale per promuovere valori, caratteristiche e modelli che ruotano intorno alla filiera cosmetica.

La bellezza in evoluzione

Come ha affermato il professor Paolo Bellini, viviamo in una terra che eredita un concetto molto antico di bellezza, considerando che l’Italia possiede il 60% dell’intero patrimonio artistico mondiale. E come possiamo osservare dalla storia, la bellezza è in continua evoluzione, i canoni mutano e la modernità ha continuo bisogno di nuove performance, di rielaborazione e, in alcuni casi, anche di trasgressione. Questa è energia che trasforma lo stesso concetto di bellezza in base agli ideali, agli eventi e ai soggetti che intervengono volta per volta. Anche noi operatori quindi siamo soggetti a una continua evoluzione che il mercato ci impone, tanto vale cavalcare questa energia innovativa e farla nostra partecipando al continuo aggiornamento tecnico e culturale.  

Ringrazio Andrea Corda che ha voluto organizzare questo evento invitando relatori di spessore e di alta cultura per parlare di ciò che mi ha sempre sostenuto in tutta la carriera, ovvero l’amore e il rispetto verso questa professione, verso il cliente e verso me stessa.

Estetica, professione di vita 

Il professor Silvio Storace ha raccontato la bellezza vista dai filosofi (Platone, Socrate, Kant, Schopenhauer, Nietzsche) e da poeti come Rilke, la relazione tra bellezza ed eros e tra eros e thanatos (la personificazione della morte nella mitologia greca), cioè tra amore e morte. Con parole semplici ha aperto la mia mente a un modo nuovo di pensare e di guardare il mondo che mi circonda. Riflettiamo: noi trattiamo la pelle e sappiamo benissimo che pelle e peli sono in continuo rinnovamento, trattiamo la superficie del corpo umano eliminando cellule morte, peli, unghie, scorie, liquidi stagnanti. L’amore con cui eseguiamo il nostro lavoro, l’energia che infondiamo con un trattamento estetico rivitalizzando i tessuti superficiali e sottostanti con massaggi o attrezzature non è altro che un trattamento “cosmetico” (da kosmos: armonia) che filosoficamente contrappone la vita alla morte. Infatti, come ha esordito Andrea Corda in apertura di convegno, una cliente non solo esce bella dal nostro centro estetico, ma soprattutto… si sente bella! 

Bellezza e alimentazione, bellezza e regole 

Molto interessanti anche gli interventi del dottor Mario Sturla sugli stili alimentari, mi piacerebbe attingere molto di più alle sue competenze, sono convinta che, noi estetiste siamo in prima linea nell’approcciare i disagi sociali e una maggiore “cultura” dell’alimentazione (non delle diete!) ci aiuterebbe a dare un servizio più completo e offrire una bellezza più “consapevole” alle nostre clienti, senza necessariamente essere dietiste ma semplicemente indirizzando ai giusti professionisti. 

Gli interventi del professor Damiano Fuschi, della dottoressa Giulia Baj, come anche del dottor Dimitri De Rada, tutti rivolti a temi giuridici, sono stati molto interessanti e meriterebbero di essere approfonditi nei temi e nei casi che ci toccano più da vicino e che, per ragioni di tempo, sono stati solo accennati. Una cosa più di tutte mi è rimasta impressa della relazione del dottor De Rada, in tutte le forme di comunicazione si devono sempre rispettare due principi fondamentali: il principio di verità (non fare false promesse) e quello di precauzione (se c’è un dubbio è meglio astenersi dall’agire o dal dire). 

La cosmesi nella storia 

Il dottor Gabriele Savioli ha invece illustrato come nella storia l’uso di oli e prodotti per il trucco è sempre servito alla bellezza e alla cura, la medicina trattava infatti non solo la salute ma anche la bellezza delle persone e nel mondo arabo la figura del medico si occupava di eleganza, moda, musica, ecc. Grazie a questi spunti, è sorta spontaneamente in me una riflessione personale: per fortuna oggi c’è l’estetista a occuparsi di trattamenti estetici, una figura professionale che dal 1990 è stata riconosciuta da una legge dello stato! 

Oltre a tante utili e interessanti informazioni, il dottor Savioli ha citato anche la definizione di salute dell’Organizzazione Mondiale della Sanità: “Uno stato di totale benessere fisico, mentale e sociale e non semplicemente l’assenza di malattie o infermità”. Quindi, dato che salute e bellezza sono due condizioni che camminano di pari passo, possiamo di conseguenza affermare che il nostro intervento e la nostra professionalità sono volti a “prevenire e mantenere uno stato di benessere psicofisico, mentale e sociale”. Che ne dite? 

Psicomagia della bellezza 

Ora veniamo al “magico” intervento del professor Claudio Bonvecchio intitolato “Psicomagia della bellezza”. Il professore ha esordito affermando che “se si cambia l’immagine di una persona, in qualche modo anche la persona cambia e ha il potere di cambiare la sua vita”, facendoci così riflettere su quanto importante e potente può essere un nostro intervento sull’immagine delle clienti.  

Proiettando immagini di opere d’arte, ha illustrato quanti schemi di bellezza possono esistere: la bellezza spirituale, la sensuale, quella che sfida e quella peccaminosa, la bellezza che esprime autostima, quella sicura di chi si ama, la bellezza seducente con i suoi significati reconditi, la bellezza iperrealistica, ecc. Ogni persona possiede un suo stile di bellezza e, se ne è consapevole, lo valorizza. Spesso però si inseguono mode e modelli perdendo di vista la propria essenza. Dunque qual è il compito dell’estetista per fare in modo che ognuno esprima il proprio stile e la propria bellezza? Se dinanzi a una richiesta di aiuto riusciamo a comprendere lo schema interiore della persona che ci parla, il suo stile, il messaggio che la sua pelle esprime, i suoi bisogni e i suoi desideri, possiamo tradurre questi messaggi in un intervento sartoriale, su misura, artigianale (con arte e tecnica) per quella persona. La bellezza per essere preservata ha bisogno di amore (nel caso dell’estetista, si declina nell’ascolto e nell’osservazione attenta di chi si abbandona alle cure delle nostre mani) e di rispetto (che nell’estetista si declina nell’eseguire un trattamento su misura, facendo prevalere ciò che piace e ciò che serve al cliente). 

In conclusione 

La “bellezza consapevole” per la nostra cliente è armonia, il raggiungimento dell’amore per se stessa e il proprio stile. Per noi professionisti significa raggiungere la consapevolezza che ogni cliente è un universo a sé e che per offrire il nostro servizio dovremmo fare attenzione a non proiettare il nostro schema di bellezza, ma essere aperti e comprendere quello altrui traducendolo e accompagnandolo con la nostra cultura e competenza. Queste sono le impressioni che l’interessante workshop organizzato da Atar22 ha fatto sorgere in me, ma giuro… riascolterei tutti i relatori da capo e sicuramente mi stimolerebbero ulteriori riflessioni! Voi cosa ne pensate? Cosa è per voi la “bellezza consapevole”? Su un cartello a fondo palco Andrea Corda ha scritto: “Conoscere e comunicare sono la chiave per crescere e migliorare nel tempo e insieme”. Come sono d’accordo! 

Condivi su:

Scopri altri servizi di Les Nouvelles Esthétiques Italia

Segui la nostra pagina su Facebook

Iscriviti alla nostra Newsletter

Riceverai informazioni autorevoli e aggiornatissime sul mondo dell’estetica professionale.

Per te subito un BUONO SCONTO per abbonarti a Les Nouvelles Esthétiques Italia