SINDROME DELLA PELLE SENSIBILE | Sensitive Skin Syndrome definita in campo psicologico come “la sindrome della bambola di porcellana”

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a cura di Elisabetta Fulgione

Definita in campo psicologico come “la sindrome della bambola di porcellana” per sottolineare lo stretto rapporto che esiste tra la condizione della pelle e il disagio psicologico di chi ne soffre, la Sensitive Skin Syndrome è un problema sempre più diffuso a livello globale

Cosa s’intende per pelle sensibile?

Pelle sensibile, iper-reattiva, irritabile… sono solo alcuni dei sinonimi utilizzati in passato per indicare una condizione cutanea oggi ampiamente riconosciuta da diversi studi scientifici come una vera e propria sindrome, caratterizzata da estrema suscettibilità, reattività e intolleranza, che si traduce sulla pelle con la comparsa di sensazioni spiacevoli come prurito, dolore, bruciore e pizzicore in presenza di stimoli che normalmente non dovrebbero causare nessun fastidio o sensazione. Nei casi più estremi anche solo il contatto con acqua può provocare in questi soggetti arrossamento e una sensazione di tensione molto spesso difficile da lenire.

Quali sono le principali cause d’insorgenza?

Non è ancora chiaro il perché ciò si verifichi, ma sembrerebbero essere coinvolti una maggiore permeabilità dello strato corneo, un’alterazione di barriera e un’accelerazione della risposta nervosa della pelle. Su questa condizione predisponente verrebbero ad agire i cofattori, definiti “fattori grilletto”, capaci di scatenare la reattività cutanea. Tra i fattori maggiormente interessati ci sono quelli ambientali (sbalzi di temperatura, inquinamento e raggi UV) fattori ormonali (menopausa, ciclo mestruale) e associati allo stile di vita (cosmetici, dieta, stress).

Quali sono le sedi più colpite?

Il viso ha dimostrato di essere la zona più colpita probabilmente per il maggior numero di cosmetici utilizzati in questa sede (in particolare nelle donne), per la presenza di una barriera cutanea più sottile e una maggiore densità delle terminazioni nervose.

Al volto seguono mani, cuoio capelluto, piedi, collo e tronco, in ordine decrescente. L’area genitale è un altro sito frequentemente colpito da sensibilità. In uno studio su 1039 uomini e donne, il 56,2% ha riportato sensibilità della zona genitale. Una diversa incidenza si nota inoltre tra uomo e donna, probabilmente legata al maggiore spessore dell’epidermide, a differenze ormonali tra i due sessi e al minore utilizzo di cosmetici nell’uomo.

Come si diagnostica una pelle sensibile?

Sebbene quasi il 60% della popolazione si autodiagnostichi una “pelle sensibile”, spesso questa condizione è scambiata con altre dermatosi caratterizzate da alterazione della membrana (ad esempio la dermatite atopica xerosi) o a forme di dermatiti irritative da contatto che possono presentarsi con una sintomatologia simile ma che compaiono in seguito a stimoli che potrebbero irritare chiunque (ad esempio la rasatura, la ceretta, l’uso di saponi aggressivi).

È stato osservato che i soggetti con pelle sensibile tendono ad avere generalmente una pelle disidratata, poco elastica e a volte più eritematosa rispetto alla popolazione normale, ma è difficile trovare dei parametri precisi per distinguere una pelle sensibile da una “non sensibile”: questa condizione spesso manca di segni visibili e si manifestano solo sintomi legati a un’irritazione sensoriale (bruciore, prurito, ecc.).

L’uso di questionari di autovalutazione standardizzati è un metodo prezioso per identificare i soggetti con “iperreattività” e uno strumento utile per valutare eventuali irritazioni da cosmetici, mentre l’applicazione di test di “scatenamento” (o stinging test) basati generalmente sul rapporto di sensazione indotta da prodotti chimici applicati localmente possono confermare una reattività cutanea del soggetto.

Tuttavia, sebbene il sospetto di pelle sensibile debba sempre essere preso in considerazione dall’operatrice del benessere in presenza di sintomi come prurito, bruciore, dolore e tensione (accompagnata in alcuni casi da arrossamento), a volte per confermare il sospetto diagnostico è necessario confrontarsi con un medico specialista che escluderà la presenza di altre patologie cutanee e indagherà sulla presenza di sintomi “soggettivi” e “oggettivi” confermando la diagnosi.

Una diagnosi corretta rappresenta infatti il primo e fondamentale step per iniziare un percorso dermo-estetico appropriato ed evitare che la condizione di pelle sensibile possa cronicizzare.

Come è possibile trattarla?

La cura e il trattamento della SSS è ancora oggi una sfida per chi si occupa del benessere della pelle: conoscere i principali fattori scatenanti irritativi, cercare di ridurre il contatto con essi e individuare la giusta dermocosmesi sono cardini fondamentali per la corretta gestione di questa condizione cutanea.

Andranno evitati gli sbalzi di temperatura e quindi l’uso di maschere calde e fredde, trattamenti con utilizzo di vapore, peeling, microneedling e altre tecniche di dermoabrasione chimica, fisica o meccanica.

La detersione del viso dovrebbe ugualmente essere effettuata in maniera delicata: è ideale utilizzare oli o creme/latte detergente, usare i polpastrelli, risciacquare con acqua tiepida e asciugare il volto senza strofinarlo.

Il cosmetico ideale dovrà essere scelto tra quelli con pochi ingredienti, pochi conservanti e senza profumi: la scelta dovrebbe ricadere su prodotti con una serie di caratteristiche che permettano di proteggere e ripristinare la barriera cutanea e svolgere un’azione lenitiva, protettiva e calmante apportando un “beneficio” alla cute sensibile e aiutandola a ridurre le sensazioni spiacevoli.

Tra i componenti meno sicuri in caso di pelle sensibile, perché possono scatenare reazioni, vanno considerati i tensioattivi schiumogeni, alcuni emulsionanti, l’alcool, i coloranti e le fragranze. È importante tuttavia testare qualsiasi emulsione in una piccola zona prima di applicarla su tutto il viso, così da evitare (qualora si verificassero) bruciore, pizzicore e disagi più estesi.

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