Continuiamo a raccontare le storie di APEO: Giulia Berni è titolare del centro estetico “Esteticamente” a Castelnuovo di Garfagnana, in provincia di Lucca. Si è diplomata come geometra e dopo un cambio di rotta, ha frequentato la scuola di estetica e si è certificata come Specialista in Estetica Oncologica APEO nel 2019 a seguito di un’esperienza personale dolorosa. Insieme all’associazione “Il ritrovo di Roberta” e a un progetto della Regione Toscana è riuscita portare i trattamenti di estetica oncologica dentro l’ospedale di Castelnuovo di Garfagnana.
Giulia, cosa ti ha spinto a diventare un'estetista e lasciare la tua carriera da geometra?
Ho sempre avuto una grande passione per il disegno e l’architettura: erano cosa che da sempre mi affascinavano e l’unica scuola che era vicina al mio paese e si avvicinava a questa mia passione era la scuola per diventare geometra.
Anche l’estetica mi ha sempre affascinata, però devo essere sincera: non le ho mai dato troppa importanza, era una cosa che facevo più per hobby.
Dopo 5 anni di studio, ho conseguito il diploma per geometra, però non mi ha dato quell’input che speravo, così dopo un attimo di smarrimento ho ricominciato a studiare: ho frequentato la scuola di estetica, ho lavorato in altri centri estetici, finché nel 2016 ho deciso di buttarmi a capofitto nell’apertura della mia attività.
Attualmente ho due sedi e un bel team di lavoratrici affiatate.
Come il percorso di specializzazione in estetica oncologica di APEO ha influenzato la tua vita professionale e personale?
Caratterialmente parlando, sono sempre stata una persona curiosa, con l’obiettivo di studiare, di capire e di informarmi.
Dopo l’apertura della mia attività, questo aspetto del mio carattere si è amplificato e quindi non mi fermo mai: il mio motto è “chi si ferma è perduto”.
Nel 2017, viene diagnosticato a mio zio un tumore molto raro: un giorno mi chiama e mi chiede se potessi andare a casa sua per tagliargli le unghie dei piedi, perché lui non riusciva più a farlo.
Quando arrivo a casa sua, noto subito delle differenze: le mani e i piedi di mio zio erano “diversi” rispetto alle mani e ai piedi che trattavo nel mio centro estetico.
In quella situazione mi sono sentita insicura, così ho iniziato a pormi delle domande e ho pensato che ci dovesse essere qualcosa di più per aiutare le persone in questa condizione.
Cercando su internet ho incontrato APEO e sono andata dritta a Milano: ho conosciuto Ambra Ruscillo e da lì mi si è aperto un mondo e ho iniziato questa formazione.
Durante il percorso mio zio è venuto a mancare e nonostante il dolore, questo è stato l’input che mi ha spinta ancora di più a terminare questi studi, ad arrivare fino infondo.
È stata una grande sfida, anche a livello emotivo: un po’ per la situazione personale, ma anche perché ti trovi a rapportarti con problematiche e realtà diverse e di tutte le età.
Quali sono le principali sfide che hai affrontato nel trattare le persone in terapia oncologica e come ti ha preparato APEO?
Ci tengo a precisare una cosa: il percorso APEO mi ha aperto un mondo sia a livello di cultura generale, sia a livello personale e professionale.
Purtroppo, quando frequenti la scuola di estetica, ti viene insegnato che il paziente oncologico non devi nemmeno guardarlo: sembra che potresti causargli qualunque cosa.
Con il percorso di formazione di APEO e interfacciandomi con i medici, fisioterapisti e tutta l’equipe che segue l’associazione, sono cresciuta molto sia a livello professionale che personale.
Lezione dopo lezione, mi sono accorta che quello che imparavo potevo utilizzarlo non solo sulle persone in terapia oncologica, ma anche sulle mie clienti abituali: infatti ho fatto dei trattamenti anche con delle clienti che non sono pazienti, perché a prescindere dai farmaci, determinate tossicità possono manifestarsi anche su clienti non in terapia.
L’unica difficoltà che ho incontrato, se così si può definire, è stata quella di scontrarsi con delle realtà abbastanza… toste.
Sono una persona molto emotiva e il percorso mi ha portata a incontrare delle pazienti che improvvisamente, da un giorno all’altro, non c’erano più.
La prima volta che mi è successo, ho avuto un colpo al cuore perché, comunque sia, ti affezioni alle persone anche se non dovresti.
Questo aspetto mi ha costretto a formare una corazza, che prima non avevo e questa è stata la mia difficoltà più grande.
Puoi raccontarci meglio il "protocollo rivoluzionario" da poco sottoscritto da Lucca e provincia, di cui tu sei protagonista?
Anticipo dicendo che è stato un percorso lungo anni e finalmente possiamo dire di esserci riusciti.
Quando mi sono diplomata con APEO, la prima organizzazione che ha creduto in me è stata “Il ritrovo di Roberta”: un’associazione che si occupa principalmente di donne con il tumore al seno e forniscono molte opportunità alle persone in terapia.
Ho parlato a loro dell’estetica oncologica e ne sono rimaste entusiaste e mi hanno spinta ad andare avanti: inizialmente abbiamo fatto insieme delle serate aperitivo cena, in cui inizialmente si parlava di prevenzione del tumore al seno insieme a un medico e successivamente intervenivo io parlando di APEO e di ciò che avevo studiato.
Questo però non aveva un grande risuono nelle realtà ospedaliere: quindi ho svolto i miei trattamenti privatamente, nel mio negozio, ovviamente le pazienti avevano delle scontistiche particolari.
Poi è successo che una dottoressa in particolare ha creduto nel progetto e nella mia professionalità e dopo aver smosso mari e monti, è stato protocollato il primo progetto a livello nazionale tra ente pubblico e privati con i finanziamenti della fondazione Banca del Monte di Lucca (per un anno).
Il 31 maggio 2024 ho aperto il primo ambulatorio di estetica oncologica all’interno dell’ospedale di Castelnuovo e sono veramente contenta di questo traguardo raggiunto.
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