Estetica professionale: perché serve una riforma normativa

in foto, un'estetista che fa un massaggio ad una cliente.

a cura di Perlita Vallasciani,
Presidente Nazionale CNA Estetica

L’edizione del Cosmoprof 2025 ha confermato ancora una volta come il settore dell’estetica professionale, nell’ultimo decennio, sia protagonista di una forte espansione e, ancor più, di una profonda trasformazione.

Un cambiamento che non riguarda solo l’adozione di nuove tecnologie, ma che coinvolge, in modo sempre più evidente, la ricerca di un modello di business differente, capace di adattarsi continuamente alle nuove tendenze e dinamiche del mercato.

Vi è una rinnovata consapevolezza nella capacità di trasformarsi e rigenerarsi, volgendo lo sguardo verso nuovi orizzonti.

Questo è emerso chiaramente durante la lettura, in qualità di membro di giuria, delle straordinarie storie raccontate dalle imprenditrici candidate al premio Beauty Stars, nei tre temi proposti.

in foto un'estetista con dietro il suo team di estetiste: è in tema con l'articolo sulla riforma della legge 1/90

1. Impegno etico e sociale

Le imprenditrici dell’estetica professionale dimostrano una crescente consapevolezza nel compiere scelte formative mirate a potenziare abilità e competenze, con l’obiettivo di offrire servizi che migliorino concretamente la qualità della vita. 

Non si tratta solo di benessere individuale, ma anche di un impegno verso le fragilità che attraversano una parte significativa della popolazione. Dalle cure rivolte a persone che affrontano percorsi oncologici, alle attività laboratoriali in istituti per giovani con disabilità o in carceri femminili, fino a forme di sostegno economico attraverso piccole ma preziose donazioni.

Inoltre, queste imprenditrici mostrano una sensibilità crescente verso l’ambiente, scegliendo con attenzione materiali d’arredo e prodotti ad alta sostenibilità, a testimonianza di un’etica professionale a tutto tondo.

2. Never ending dream

Emergono con forza la passione, la determinazione e il coraggio che accompagnano le imprenditrici nel continuo processo di trasformazione e adattamento.

Un percorso non privo di ostacoli: cambiamenti imposti dall’evoluzione di un mercato in costante mutamento, dalle congiunture economiche, così come da riorganizzazioni personali e familiari.

Eppure, il sogno non si spegne: resta vivo il desiderio di offrire servizi che, attraverso la bellezza, rendano le persone un po’ più felici. Una resilienza fatta di visione, fatica e amore per il proprio lavoro.

3. Rituali e SPA

Affascinano le storie di chi, con passione e dedizione, riesce a creare autentiche esperienze di benessere sensoriale.

Non è sempre necessario disporre di grandi SPA o strutture complesse: anche all’interno di un piccolo centro estetico, grazie a un’organizzazione accurata e alla cura di ogni dettaglio in una singola cabina, è possibile offrire trattamenti che rispondano in profondità ai bisogni reali delle persone.

Il rituale, allora, si trasforma in un gesto consapevole e mirato, capace di andare oltre le tendenze e cogliere la vera essenza del prendersi cura.

in foto un'estetista bionda con la braccia incrociate.

Un settore che traina l'economia...

Ecco, il settore dell’estetica professionale è sicuramente uno dei pochi settori produttivi in Italia capace di adeguarsi meglio al cambiamento del mercato, capace di cogliere le opportunità di trasformazione attraverso nuovi modelli, nuovi metodi di comunicazione e promozione del proprio business.

Le professioniste dell’estetica dimostrano di saper cogliere le opportunità anche nella possibile collaborazione con diverse figure professionali e nella cooperazione sinergica tra diverse specialità inerenti al settore del benessere. Ciò evidenzia, ad esempio, la necessità di una nuova regolamentazione che possa agevolare migliori rapporti di coworking.

Manifestazioni come il Cosmoprof evidenziano chiaramente quanto il settore dell’estetica professionale rappresenti un pilastro fondamentale all’interno di una vasta e articolata filiera produttiva. Basti pensare alla produzione e commercializzazione di una cosmesi specificamente dedicata, allo sviluppo di apparecchiature tecnologiche e strumentazioni specialistiche, fino alla progettazione di software e tecnologie per la gestione dei centri estetici. 

A ciò si aggiunge la produzione di arredi e complementi di design dedicati, materiali di consumo per l’igiene, divise e tessili professionali. Non meno importante è il comparto legato alla progettazione e produzione di packaging per la cosmesi e per il confezionamento in generale, così come il ruolo delle agenzie di comunicazione specializzate, degli enti accreditati per la formazione e delle attività dedicate all’aggiornamento professionale specialistico. 

Infine, va sottolineato anche il contributo della stampa di settore, fondamentale per la diffusione di conoscenze, tendenze e innovazione. Il settore dell’estetica professionale, dunque, non è solo un comparto di servizi, ma un vero e proprio motore economico e culturale che coinvolge molteplici ambiti produttivi e professionali.

... che ha bisogno di una riforma adeguata

Probabilmente, chi non percepisce l’urgenza di aggiornare la legge di settore tende a ritenere che l’estetica professionale rappresenti una componente marginale all’interno della filiera produttiva, soprattutto se confrontata con la grande distribuzione nella vendita di cosmetici, con i grandi gruppi della profumeria o, ancora, con il canale farmaceutico e quello della medicina estetica.

È però fondamentale ricordare che, da oltre cinquant’anni, in Italia la cultura del bello, del benessere e della cura della persona è promossa con impegno, etica e professionalità dalla figura dell’estetista. Una figura che ha ottenuto una regolamentazione nazionale solo trentacinque anni fa, ma che da allora ha intrapreso un percorso di costante evoluzione, investendo nella formazione e moltiplicando la propria presenza sul territorio per rispondere alla crescente domanda della popolazione.

Un percorso che ha saputo affrontare e superare le varie fasi di cambiamento, continuando a diffondere una cultura sana del bello, del buono e del prendersi cura di sé, contribuendo in modo concreto e continuo alla crescita e alla stabilità dell’intera filiera produttiva connessa al settore.

Un aggiornamento del quadro normativo di riferimento per il settore dell’estetica professionale è oggi urgente e necessario, al fine di garantire continuità, crescita e sviluppo a tutto l’indotto economico e produttivo a esso collegato. 

L’assenza prolungata di un adeguamento e di una maggiore chiarezza normativa costringe infatti molte realtà a cercare nuove opportunità in altri mercati, spesso al di fuori del nostro Paese. 

La Legge 1/90 richiede un’evoluzione obbligata: se un settore non può affrontare le nuove sfide del mercato a causa di una normativa non più allineata ai tempi, l’intera filiera ne subisce un rallentamento nell’evoluzione.

In particolare, le esigenze legate alla produzione e al fatturato – come nel caso dell’introduzione di nuove tecnologie – rischiano di spingere verso proposte che non sono perfettamente coerenti con i limiti imposti dalla normativa vigente. 

Questo genera confusione, incertezza e spesso scoraggiamento nelle operatrici, che si trovano disorientate di fronte a nuovi investimenti. È necessario, dunque, un aggiornamento della legge, un innalzamento sia quantitativo che qualitativo dell’offerta formativa, e la costruzione di un percorso che restituisca piena dignità alla scelta professionale delle nuove generazioni, che guardano al settore con entusiasmo, ma spesso senza il giusto sostegno alla loro motivazione.

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